Un corso di guida raccontato da un allievo
Ho iniziato la prima lezione di guida con un signore che aveva la barba e si faceva chiamare "maestro di guida".
Mi accolse in macchina con un sorriso, cercando di mettermi a mio agio e mi disse, che oltre a smanettare come si dice in gergo guidaiolo, mi avrebbe insegnato le varie tecniche di guida, anche se non sarebbero servite molto per l'esame, ma per dopo.
Mi spiegò tutti i vari organi di comando, dal volante ai pedali, al cambio di velocità, al freno a mano, ai vari accessori, e poi mi fece una domanda: quale comando dovevo azionare per muovere l'auto?
Risposi subito, il pedale dell'acceleratore, lui mi gurdò e mi disse: cominciamo male, il comando che muove l'auto dopo aver messo in moto il motore e inserito la prima marcia è il pedale della frizione.
Allora gli chiesi, come si fa se il veicolo ha la frizione automatica?, e lui mi fece questo esempio.
Quando vuoi accendere la luce del lampadario in una stanza, azioni l'interruttore, ma se il lampadario ha il sensore di presenza, appena arrivi nella stanza il lampadario si accende.
Nell'auto è uguale, se il veicolo non ha il cambio automatico , devi azionare il pedale della frizione per innestare la prima marcia e muovere il veicolo, se invece ha il cambio automtico, la frizione la comanda un server.
Bene adesso che hai capito come muovere il veicolo, dobbiamo comunicare a tutti quelli che si trovano sulla strada, che vogliamo partire, azionando l'indicatore di direzione.
Molti conducenti, entrati in macchina e chiuse le portiere, si isolano dal mondo che li circonda, invece è esattamente il contrario, dobbiamo comunicare se vogliamo condividere la realtà.
Adesso che abbiamo anche capito che dobbiamo comunicare l'intenzione di partire, la domanda è: come dirigiamo il veicolo?.
A questa domanda ero sicuro di rispondere bene, e subito dissi, con il volante.
Lui mi disse, caro ragazzo non ci siamo, adesso ti bendo gli occhi, ti faccio manovrare il volante e vediamo dove dirigi il veicolo.
Ero molto perplesso, non sapevo cosa dire, ma lui con molta calma mi disse, ricordati che il veicolo andrà sempre dove dirigerai lo sguardo.
Mi resi subito conto di aver fatto una figura di merda.
Per riprendermi un po' da questa figuraccia, gli chiesi, ma tutto questo che mi sta spiegando, nei quiz che ho letto, studiato e cercato di capire, non c'è nessuna traccia.
Hai perfettamente ragione mi disse, quindi ascoltami bene, durante le nostre lezioni di guida; non ti insegnerò solo ad usare i comandi per guidare bene, ma ti insegnerò a guidare in modo consapevole, per far si che tu possa riportare sempre "il culo a casa".
Ok, nella prossima lezione incominceremo a mettere in pratica tutto quello che ti ho spiegato.
La settimana dopo iniziò la seconda lezione; il maestro mi disse di sistemare il posto di guida, di indossare la cintura di sicurezza, di regolare lo specchietto retrovisore interno e quelli esterni, mi disse di premere con il piede sinistro il pedale della frizione, di mettere in moto il motore girando la chiave di accensione, di inserire la prima marcia, disinserire il freno a mano, azionare l'indicatore di sinistra guardando nell'angolo cieco, di dare la precedenza a tutti i veicoli che circolavano sulla strada e con le mani sul volante alle 9,15, girare il volante verso sinistra sollevando leggermente il pedale della frizione finchè vedi il veicolo muoversi, dirigendo lo sguardo dove vuoi che il veicolo vada.
Stavo sudando freddo, il volante lo stringevo con tutte le mie forze e per farlo meglio mi spingevo in avanti con il busto.
Cercavo di fare quello che il maestro mi aveva benissimo spiegato, ma il veicolo non si muoveva.
A quel punto mi disse, vedi tu hai capito tutto ma non riesci a farlo perchè il tuo cervello sta elaborando un percorso mentale che non conosce ancora e quindi ha difficoltà a mandare gli impulsi giusti ai muscoli delle braccia e delle gambe per far muovere il veicolo.
Stai calmo, facciamo così, lascia i comandi della pedaliera, ci penserò io, tu concentrati solo a guardare dove vuoi portare il veicolo.
Tirai un sospiro di sollievo, mi concentrai a guardare dove dovevo portare l'auto, il veicolo si mosse e incominciò a circolare sulla carreggiata.
Dopo qualche centinaio di metri mi fece azionare l'indicatore di destra, mi disse di accostare al marciapiede e fermò il veicolo.
Non mi ero reso conto che era passato il tempo della seconda lezione di guida.
Prima di farmi scendere dall'auto, mi disse che la guida è una attività che il cervello non conosce, per poterla eseguire, ci deve pensare e quindi impiegare del tempo, ora il tuo compito a casa è il seguente; devi insegnare al tuo cervello l'automatismo dei movimenti che ti ho insegnato per poterli svolgere nella sequenza giusta e nel minor tempo possibile.
Dovrai ripetere, quanto più è possibile la sequenza dei movimenti che hai effettuato oggi, e vedrai che alla prossima lezione sarai già più bravo e rilassato.
Ritornai a casa pensando a tutto quello che il maestro mi aveva insegnato, nei giorni successivi continuavo ad immaginare la sequenza dei movimenti da eseguire per far muovere il veicolo in sicurezza, e li ripetevo ad alta voce guardandomi allo specchio nella mia camera.
La prossima lezione era fissata per la settimana successiva e quindi avevo il tempo per memorizzare bene tutti i movimenti.
Finalmente arrivò il giorno della terza lezione di guida, ero un po' più tranquillo rispetto alla seconda, ma il maestro mi sorprese nuovamente perchè mi chiese la sequenza corretta di tutte le operazioni che avrei dovuto eseguire per partire.
Non andò proprio bene, ma ritenne soddisfacente il mio impegno a casa, con la promessa che avrei continuato, per rendere completamente automatica la sequenza; questo metodo di apprendere era completamente nuovo per me, nessuno mai me l'aveva insegnato.
La terza lezione di guida iniziò dove era finita la seconda.
Dopo aver eseguito tutte le operazioni per muovere il veicolo, il maestro mi disse di guardare lontano in modo dinamico e dirigere il veicolo nella corsia di marcia.
Finalmente l'auto circolava insieme agli altri veicoli, ma dopo poche centinaia di metri il mio sguardo si abbassò a guardare il cruscotto e il veicolo non percorreva più la corretta traiettoria.
Il maestro me lo evidenziò, ma io dissi che dopo un po' di tempo lo sguardo automaticamente si abbassa senza che io lo volessi.
Allora il maestro mi disse, bravo stai incominciando a capire il concetto di automatismo, che voi chiamate abitudine.
Il tuo cervello deve pensarci per guardare lontano, ma appena tu non lo fai, lui automaticamente ritorna a guardare vicino.
Tu da pedone non hai la necessità di guardare lontano, il tuo cervello ha automatizzato questo comportamento, quando ritorni a casa a piedi pensa, a dove guardi.
Poi c'è un altro problema, i video giochi e i computer vi fanno stare per ore sempre con lo sguardo basso, quindi il cervello ha preso l'abitudine di tenere lo sguardo basso.
Non sarà semplicissimo togliere dal tuo cervello questa abitudine, ma dipende tutto dal tuo impegno, dovrai insegnare al tuo cervello questo nuovo comportamento e renderlo automatico.
Alla fine della terza lezione, prima di scendere dall'auto, mi diede il compito di insegnare al mio cervello a guardare lontano, tenendo sempre la testa in asse con il collo.
Ricordati che la lezione di guida non finisce quando scendi dalla macchina ma deve continuare nel tuo cervello, perchè lui deve automatizzare tutti i movimenti che dovrai eseguire senza pensarli, in questo modo non li sbaglierai più e ridurrai i tempi di esecuzione.
Le lezioni successive si svolsero abbastanza tranquillamente, miglioravo l'automatismo nel gestire i vari comandi, diciamo che smanettavo abbastanza bene, riuscivo a dirigere il veicolo nel traffico cittadino.
I problemi incominciarono di nuovo quando iniziai ad usare il pedale del freno.
Ero convinto che più premevo il pedale e più il veicolo frenava.
In effetti la prima volta che il maestro su una strada con pochissimo traffico mi ordinò di frenare, premetti il pedale del freno con tutta la forza che aveva il piede destro e nello stesso istante venni proiettato in avanti facendo tendere la cintura di sicurezza, e sentii anche vibrare i pedali sotto i miei piedi, mi spaventai e mollai il pedale del freno; ovviamente il veicolo riprese a muoversi ed intervenne il maestro a fermare l'auto.
Con molta calma mi chiese cosa era successo, con il cuore in gola non riuscivo a dire niente, allora il maestro mi spiegò che non era la forza muscolare della gamba destra a determinare l'entità della frenata.
Quando si preme il pedale del freno, si aziona il servofreno che collegato alla pompa dei freni, mette in pressione l'olio nel circuito frenante e determina la giusta pressione sugli organi frenanti che si trovano su ogni ruota,composti da lega metallica e ferodo ad alto coefficiente di attrito; cioè durante la frenata trasformiamo l'energia cinetica in energia termica.
Allora chiesi , come mai tutta la pedaliera è entrata in vibrazione, cosa ho sbagliato.
Non hai sbagliato, ti sei spaventato, la pressione è stata troppo forte e violenta, le ruote hanno rallentato ma volevano bloccarsi, ma non si sono bloccate, perchè il veicolo è dotato di ABS che non permette il bloccaggio delle ruote in frenata.
La forza esercitata dal tuo piede destro è entrata in conflitto con la forza contraria dell'ABS, e la pedaliera ha iniziato a vibrare, ti sei spaventato e hai mollato il pedale del freno, e qui hai sbagliato.
Quando dovrai frenare devi farlo in modo modulato e proporzionale alla velocità che ha il veicolo, e non mollare mai il pedale del freno fino a quando il veicolo non si è fermato.
Incominciarono le lezioni per imparare il corretto uso del pedale del freno.
Il maestro mi spiegò che ogni tanto mi avrebbe dato il comando "frena", alzando anche il timbro della voce, ed io avrei dovuto frenare e fermare il veicolo.
Sembrava facile, ma le prime volte, appena lui diceva "frena", spostavo il piede destro dall'acceleratore al freno, premevo il pedale del freno ma la frenata era sempre violenta e il motore si spegneva, onestamente ero un po' demoralizzato.
Allora il maestro mi spiegò che la manovra della frenata si effettua compiendo due movimenti separati.
Il primo è decidere di spostare il piede destro dal pedale dell'acceleratore al pedale del freno, il secondo di premere in modo modulato il pedale del freno.
Devi imparare a separare mentalmente i due movimenti, durante la tua esperienza di guida, molte volte sarà sufficiente spostare il piede destro dal pedale dell'acceleratore a quello del freno (decelerare) per risolvere il problema.
Ma ricordati che per spostare il piede dall'acceleratore al freno impiegarai un certo tempo
(reazione) e percorrerai un certo spazio, dopo inizierà la frenata, il tamponamento avviene non perchè il conducente che segue non ha frenato ma percè ha iniziato troppo tardi la frenata , quindi è fondamentale (il) quando decidi di frenare.
C'è stato bisogno di parecchie lezioni per imparare a dosare l'uso del pedale del freno.
Finalmente ero diventato padrone dell'uso di tutta la pedaliera, del volante e del cambio di velocità.
Le lezioni successive si svolsero in modo quasi piacevole, il maestro era soddisfatto del livello raggiunto della mia preparazione.
Ero convinto che le lezioni stavano per volgere al termine, anche perchè guidavo nel centro cittadino, invece quì iniziarono i veri problemi di guida.
Non era sufficiente saper smanettare con i comandi, ma bisognava imparare a risolvere i problemi che il traffico mi proponeva.
Il maestro mi disse che la prima regola è: i diritti vengono dopo i doveri se vogliamo riportare sempre " il culo a casa".
Per farmelo capire mi portò ad un incrocio abbastanza caotico dotato di semaforo.
Mentre stavo per arrivare alla soglia dell'incrocio, il verde diventò giallo, valutai che sarei riuscito a passare con il giallo e quindi non frenai e attraversai l'incrocio senza guardare a destra e a sinistra.
Superato l'incrocio, il maestro mi disse di eseguire una manovra di sosta e mi invitò a scendere dalla macchina.
A piedi ritornammo sulla strada che avevamo percorso prima di arrivare all'incrocio e ci fermammo sul marciapiede a vedere come scattavano le luci del semaforo.
Mi fece notare dove ci trovavamo quando il verde diventò giallo e dove ci trovavamo quando il giallo diventò rosso.
Mi resi conto che il rosso si era acceso quando mi trovavao ancora nell'area dell'incrocio, quindi non avevo lasciato l'incrocio con il giallo ma con il rosso.
Poi mi fece una domanda a brucia pelo: con quale colore del semaforo si frena ? Subito convinto risposi, con il rosso.
Questo lo fanno tutti, invece se arrivando vedi il giallo devi frenare.
Immagina, se il colore rosso potesse parlare ti direbbe: quando io mi accendo ti voglio trovare già fermo alla linea di arresto.
Allora capii che con il giallo acceso conviene fermarsi.
Seconda regola importante, mentre si guida bisogna vedere bene e farsi vedere bene dagli altri.
Un giorno durante la lezione di guida, arrivando ad un attraversamento pedonale, un pedone sbucò improvvisamente da dierto un veicolo parcheggiato, non feci in tempo a frenare ma frenò il maestro, mi guardò e io dissi che non l'avevo visto.
Il maestro disse che avevo ragione, il veicolo in sosta irregolare aveva nascosto la presenza del pedone che stava iniziando l'attraversamento della carreggiata, però quando non vedi con gli occhi devi vedere con il cervello.
Ricordati che tutte le manovre che farai le dovrai fare solo se avrai lo spazio e il tempo per risolvere il problema in sicurezza, in caso contrario starai rischiando e starai facendo rischiare anche gli altri.
Terza regola importante: quando si guida bisogna avere bene in mente il concetto velocità-distanza.
Non sempre si percorre la stessa distanza nello stesso tempo.
Il concetto velocità-distanza nasce con il concetto di movimento .
Se stiamo fermi il concetto di velocità-distanza non ha importanza.
Quando ci muoviamo lo spazio davanti a noi si accorcia, e si contrae sempre di più se aumentiamo la velocità.
Un muro ad una distanza di 100 metri, sarà sempre a 100 metri da noi se siamo fermi.
Se invece viaggiamo ad un a velocità di 50 Km/h, lo raggiungeremo in circa 7 secondi, se viaggiamo a 100 Km/h, lo spazio si contrae ancora e lo raggiungeremo in circa 3 secondi e mezzo, se viaggiamo a 150 Km/h lo spazio si contrae ancora di più e lo raggiungeremo in poco meno di 2 secondi, se viaggiamo a 200 Km/h lo raggiungeremo in poco più di 1 secondo.
Questo vuol dire che più si viaggia veloce e più lo spazio davanti a noi si contrae.
Ricordati che circolare non vuol dire gareggiare, per ogni velocità di marcia dovrai sempre sapere di quanto tempo avrai bisogno per percorrere la distanza che ti separa dall'ostacolo e che ti permetterà di fermare il veicolo in sicurezza (si chiama distanza di sicurezza).
Mentre facevo le guide, il maestro mi chiedeva ogni tanto, quanto spazio avevo rispetto al veicolo che mi precedeva.
Io non avevo la minima idea e sparavo numeri a caso.
Allora un giorno mi portò su una strada chiusa al traffico che lui conosceva, mise due birilli di gomma al centro della carreggiata e mi disse: devi decidere quando frenare e fermarti prima dei birilli.
Mentre mi avvicinavo ai birilli a circa 50 Km/h, decisi che era il momento giusto di frenare, ma
investii e due birilli e mi fermai qualche metro dopo.
Rimasi incredulo, guardai il maestro che rideva e mi disse che lui lo sapeva già che avrei sbagliato, ma voleva che io lo dimostrassi a me stesso.
Mi spiegò: quando tu hai deciso di frenare, dovevi ancora spostare il piede destro dal pedale dell'acceleratore a quello del freno, in questo tempo hai percorso un spazio, chiamato di reazione; quindi non hai sbagliato a frenare, hai dimenticato il tempo che ti è servito per spostare il piede destro.
Adesso ricominciamo, e inizia a frenare qualche secondo prima.
In effetti ripetendo parecchie volte l'esercizio, riuscii a frenare correttamente salvando quei poveri birilli.
Mi fece ripetere l'esercizio a velocità sempre maggiore ma non riuscivo più a fermarmi correttamente.
Ero un po' sfiduciato, non capivo dove sbagliavo.
Allora il maestro mi spiegò che lo spazio che percorrevo durante la frenata aumentava in modo esponenziale rispetto alla velocità che il veicolo aveva avvicinandomi ai birilli.
Vuol dire, che oltre ad aumentare lo spazio di reazione che percorrevo nel tempo di reazione, lo spazio che percorrevo durante la frenata aumentava in modo esponenziale, quindi dovevo anticipare molto il momento in cui decidevo di spostare il piede al freno.
Continuando a riprovare, incominciai a capire che lo spazio che il veicolo percorreva non era facile capirlo seduto al posto di guida.
Non mi ero accorto che oltre ai birilli sulla carreggiata, ai lati della strada c'erano dei sassi a distanze diverse.
Il maestro mi disse, vedi quei sassi, sono stati messi come riferimento, per farti capire quando devi spostare il piede dall'acceleratore a quello del freno e frenare alle varie velocità.
Adesso riproviamo, prima a 50 Km/h, poi ad 80 Km/h e infine a 100 Km/h.
Sposterai il piede al freno quando sarai in corrispondenza del terso sasso viaggiando a 50 Km/h, al secondo sasso a 80 Km/h e al primo sasso a 100 Km/h.
Con molta sorpresa gli esercizi si svolsero perfattamente.
Stavo incominciando a capire cosa voleva dire viaggiare sempre a distanza di sicurezza.
Quarta regola importante: quando guidi devi sempre conoscere l'aderenza delle ruote del tuo veicolo sul fondo stradale.
Un giorno che pioveva, il maestro mi portò su una strada con parecchie curve in successione, e mi disse di viaggiare alla stessa velocità dei giorni precedenti quando non pioveva e l'asfalto era asciutto.
Quando percorrevo la curva sentivo che il veicolo non seguiva la traiettoria che avevo previsto, tendeva ad effettuare una traiettoria più larga, allora alla prossima curva sterzai un po' di più, ma in questo caso il posteriore si spostò verso l'esterno, facendo fare al veicolo una traiettoria più chiusa del normale.
In tutti e due i casi mi spaventai, rallentai, mi fermai sul margine destro e chiesi al mio maestro spiegazioni sul comportamento del veicolo in curva.
Allora il maestro mi spiegò che le curve non sono tutte uguali e che non si percorrono tutte alla stessa velocità
Gli elementi che influenzano la giusta traiettoria del veicolo in curva sono; lo sguardo, la velocità, l'aderenza, il raggio di curva, la sterzata e il carico.
E' fondamentale l'aderenza tra gli pneumatici e il fondo stradale in qualunque momento e specialmente in curva.
Un ottimo pneumatico attraverso l'attrito (aderenza), contrasta la forza centrifuga e la deriva del veicolo.
Nel primo caso, il veicolo è andato in sottosterzo, vuol dire che la traiettoria del veicolo è stata più larga di quella ideale, e la colpa è stata della velocità elevata, bastava mollare il pedale dell'acceleratore, la forza centrifuga sarebbe diminuita e il veicolo avrebbe ripreso la traiettoria ideale.
Nel secondo caso, aumentando la sterzata, il veicolo è andato in sovrasterzo, cioè ha effettuato una traiettoria più stretta, bisognava correggere la traiettoria guardando l'uscita della curva per far si che l'angolo di sterzata diminuisse e il veicolo riprendesse quella ideale.
Quindi il segreto per eseguire correttamente la traiettoria in una qualunque curva è: bisogna entrare in curva senza accelerare, percorrere la curva a velocità costante, e ricominciare ad accelerare in uscita di curva.
Mi fece riprovare a percorrere la stessa strada mettendo in pratica i consigli che mi aveva dato, ed in effetti il comportamento del veicolo in curva fu corretto.
Con le ultime lezioni di guida mi insegnò le manovre del parcheggio e dell'inversione di marcia, che furono abbastanza facili da eseguire con i suggerimenti che mi aveva dato.
Ero ormai pronto per sostenere l'esame pratico e finalmente arrivò il giorno che avevo sempre sognato.
L'esaminatore, persona molto gentile, cercò di mettermi a mio agio e iniziò l'esame; andò molto bene e alla fine l'esaminatore mi fece i complimenti e mi consegnò la fatidica patente di guida.
Ritornammo in autoscuola, fecero la fotocopia della patente, il maestro mi strinse la mano, mi fece i complimenti, mi ricordò il motto che mi aveva insegnato "cerca di riportare sempre il culo a casa", e salutandomi mi disse che l'angelo custode mi lasciava, da quel momento erano "cazzi miei alla guida".